La Torre Alfonsina

Pagina tratta dal sito www.liberoricercatore.it, uno dei siti più belli e appassionati
che raccontano la Città di Castellammare di Stabia e che noi consigliamo vivamente di visitare.

Di questa antichità stabiese, della quale non è rimasta traccia, si è scritto poco e in alcuni casi in modo sbagliato, per cui, oggi riesce difficile ricostruirne la storia. Trascurata e quasi dimenticata dagli storici, che in alcuni casi, erroneamente ne attribuiscono l'ubicazione nei pressi dell'odierna Fontana Grande, questa Torre, in tempi ormai andati, ha avuto una notevole importanza per la difesa del territorio stabiese.

                 

 La Torre di Portocarello: opera del pittore stabiese Errico Gaeta

 

 

Facente parte di un gruppo di fortificazioni ben distribuite sul territorio stabiese e costruita per ordine di Alfonso I d'Aragona (divenuto re di Napoli nel 1442 in seguito a una lunga guerra vinta contro Renato d'Angiò di Lorena), fu posta a difesa delle coste, in località Pozzano e precisamente nel tratto di spiaggia libera, oggi, conosciuto come "Calcina". Questa Torre, indispensabile per  difendersi dalle insidie delle vicine città marinare di Vico Equense, Sorrento, Massalubrense, Capri ed Amalfi, per la sua posizione strategica, costituiva anche un potenziale avamposto di riferimento per intraprendere una eventuale battaglia a scopo di conquista.

 

 Spiaggia di Pozzano: di Errico Gaeta  

Foto dell'attuale spiaggia di Pozzano

 

   

Conosciuta anche come "Torre di Portocarello",  fu musa ispiratrice di molte opere del superbo paesaggista Errico Gaeta (nato a Castellammare l'11 settembre del 1840).

 Citata dal De Rosa nelle sue "Rievocazioni e Rivendicazioni Storiche", opera edita nel 1937, nella quale riporta: "Era il 1462 quando Stabia fu messa a sacco ed a fuoco in seguito alla sanguinosa battaglia svoltasi nei pressi di Sarno tra l'esercito Aragonese e quello Angioino; la sola Torre Alfonsina, difesa strenuamente dal generale Gagliardi, resistè agli assalti violenti di Antonio Piccolomini e non si arrese che dopo un anno di lotta e di assalti continui".

 

 

              Torre di Portocarello 

 

Trascorsi molti anni dal periodo duro di battaglie e non essendoci più pericolo di di invasioni, la torre ormai inutilizzata, fu abbandonata per diverso tempo alle intemperie e all'opera deleteria della salsedine.

 Il prof. Catello Longobardi,  nell'opera "Il Castello Medioevale e le antiche fortificazioni di Castellammare di Stabia" del 1929, inserisce  una breve descrizione d'epoca di questa costruzione, con queste testuali parole: "Fu eretta in riva al mare, sulla strada che, da Castellammare, mena a Vico Equense, oltre la punta di Pozzano, nella località detta Portocarello. Quasi tutta diroccata e trasformata, in tempi recenti, in abitazione privata, mostra ancora, nel basamento rettangolare a scarpa, la sagoma caratteristica delle cittadelle aragonesi".

 Purtroppo nulla più è rimasto di questa antica fortificazione, in quanto, negli anni '30, le necessità post guerra mondiale di una veloce ripresa economica del Paese, videro impiantare in questo luogo,  la "Calci e Cementi", un complesso ad uso industriale per lo sfruttamento delle rocce calcaree, di cui è composto il promontorio sovrastante. Cessata l'attività industriale della "Calce e Cementi", (restata chiusa circa trent'anni), un nuovo progetto vede nuovamente protagonista questo luogo pregno di storia, la creazione di un grosso impianto turistico del gruppo Zacchello, che a breve dovrebbe ultimare i lavori e consegnare  l'hotel  di  Pozzano.

 Aggiungiamo a dovere di cronaca una breve lettera dell'Esimio prof. Giuseppe D'Angelo (massimo esponente storico locale contemporaneo), che ridimensiona gran parte di quanto è stato trascritto in questa pagina: "Le volevo far notare che la Torre Alfonsina fu costruita per ordine di Alfonso d'Aragona nel 1442 (cito a mente) presso la Fontana Grande, mentre quella di Portocarello, che non ha nulla a che vedere con Alfonso d'Aragona, fu costruita per ordine del Vicerè De Zunica attorno al 1635 (due secoli dopo l'Alfonsina) per proteggere "a piratarum incursione" la nuova strada da poco (via nuper) aperta.
Per maggiori informazioni, può consultare il mio volume: I Luoghi della Memoria, II ediz., pp. 102-103".